La Storia del Caffè: leggende, uomini e fatti che hanno reso grande una tazzina

La storia del caffè ha origini davvero lontane. È fatta di leggende, tradizioni, miti e cultura.

Oggi il caffè è diventato simbolo della tradizione italiana e protagonista del mercato internazionale. Ma conoscere la storia del caffè permette di capire il reale valore della pianta e della bevanda che si estrae da questa.

È molto più di un semplice piccolo piacere in tazzina. La storia del caffè fa viaggiare alla scoperta di luoghi remoti e personaggi incredibili.

In Europa e in Occidente, la sua comparsa risale alla seconda metà del seicento.

Quando i turchi furono cacciati dalla città di Vienna nel 1683 e nei loro accampamenti furono trovati per la prima volta dei chicchi scuri di cui nessuno conosceva l’origine o l’utilizzo.

La storia del caffè narra che Il primo caffè come oggi lo conosciamo fu realizzato dall’ufficiale ucraino Jerzy Franciszek Kulczycki, il quale aprì proprio a Vienna la prima caffetteria in cui preparare la bevanda con i chicchi, addolcita con miele e latte.

Oggi il caffè è una delle bevande più diffuse al mondo. Si stima che ogni giorno si consumano quasi 1,6 miliardi di tazze di caffè in tutto il pianeta. Oggi “prendersi un caffè” è l’occasione per chiacchierare, stare in compagnia, vivere piccoli momenti di serenità.

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Ecco perché la storia del caffè è una costellazione di successi (e qualche esperimento azzardato) che ha reso l’Italia uno dei centri di consumo e produzione mondiali.

Storia del caffè: come tutto ebbe inizio

La scoperta e la prima diffusione del caffè sono avvolte in una nube di mistero e leggenda.

Il mistico Abu l-Hasan al-Shadhili

Ci sono diversi racconti che si tramandano sull’origine della bevanda. Uno di questi narra la vita del berbero e mistico Sufi Abu l-Hasan al-Shadhili. Una leggenda etiope vuole che, osservando una vitalità insolita in alcuni volatili, il Sufi provò ad assaggiare le bacche che gli uccelli stavano mangiando. E di lì a poco sentì una grande energia pervadere il suo corpo.

Lo sceicco Omar

Altre leggende provano a fare chiarezza sulla storia del caffè.

La sua scoperta sarebbe da attribuire ad un discepolo della Shadhiliyya chiamato Omar. Secondo l’antica cronaca, conservata nel manoscritto del persiano Abd al-Qadir Maraghi, Omar, conosciuto per la sua capacità di curare i malati con la sola forza della preghiera, fu esiliato da Mokha (città dello Yemen sulle coste del Mar Rosso) in una grotta deserta nei pressi di Ousab, nell’attuale Eritrea.

Anche lui provò a masticare le bacche raccolte da alcuni arbusti situati lì vicino, ma le trovò amare. Si mise dunque a tritarle nel tentativo di migliorarne il sapore, ma divennero più dure e immangiabili. Provò quindi a bollirle per ammorbidirle, il che produsse un liquido scuro fragrante.

Dopo averlo bevuto Omar fu capace di rimanere senza cibo per giorni interi. Quando i racconti di questo “farmaco miracoloso” giunsero fino a Mokha, ad Omar venne permesso di tornare e in seguito venne fatto santo.

Il pastore etiope Kaldi

Un altro racconto riguarda un pastore etiope del IX secolo di nome Kaldi.

Notando gli effetti energizzanti che subiva il suo gregge dopo aver brucato le bacche di un color rosso brillante di un certo cespuglio, si mise egli stesso a masticarle. Preso dall’euforia che ne derivò, portò le bacche ad un monaco in un vicino monastero.

Questi però non approvò il loro uso e le gettò nel fuoco. Ne fuoriuscì un intenso profumo che fece accorrere altri monaci incuriositi dall’odore. Le bacche arrostite furono rapidamente tratte fuori dalle braci, polverizzate e sciolte in acqua calda. Ecco la storia della prima tazzina di caffè al mondo.

Quale che sia la vera storia del caffè e l’origine della sua scoperta, in ogni caso l’Etiopia pare proprio essere la culla della rinomata bevanda. E noi non potevamo che essere contenti che qualcuno abbia avuto il coraggio di assaggiarla per farci scoprire questo meraviglioso universo.

Storia del caffè, la parte conosciuta

Già tra i secoli XIV e XV, ci sono testimonianze che rivelano come il caffè fosse particolarmente diffuso nei paesi arabi.

Uno dei più importanti tra i primi scrittori sul caffè fu Abd al-Qadir al-Jaziri, che nel 1587 compilò un’opera che traccia la storia e le controversie legali e religiose riguardanti il caffè. Egli riferì che lo sceicco di Aden fu il primo ad adottare l’uso del caffè nel 1454 circa. Scoprì che, tra le sue proprietà, vi era anche quella di cacciare via stanchezza e sonnolenza e di donare al contempo al corpo una certa agilità e vigore.

La pianta del caffè era molto amata perché considerata magica e proprio per questo all’inizio gli arabi ne proibirono l’esportazione proprio per non far conoscere le proprietà rinvigorenti del caffè.

Originaria di Kaffa, territorio governato dalla Dinastia Salomonide per tutto il Medioevo, la Coffea arabica venne introdotta nello Yemen e qui fu coltivata ed esportata dal porto di Mokha / Mocha (da cui trarrà il nome la Moka, caffettiera ideata dall’italiano Alfonso Bialetti nel 1933).

Il paese arabo ebbe relazioni commerciali lunghe ed intense con l’Impero d’Etiopia. Cominciarono ad essere coltivati circa 50.000 ettari di caffè nei due paesi. Infatti la prima testimonianza credibile della conoscenza dell’albero di caffè appare a metà del XV secolo, nei monasteri Sufi yemeniti.

In Arabia il caffè era utilizzato per rimanere svegli durante le preghiere notturne ma anche con finalità curative.

Nel XV secolo iniziano a diffondersi le prime botteghe del caffè in tutti i paesi musulmani. Erano luoghi di incontro dove gli uomini consumavano caffè amaro in un contesto di musica e giochi.

storia del caffè aree di origine Caffè Semplice
Aree di origine del caffè lungo le costa del Mar Rosso tra Yemen ed Etiopia.

Le prime caffetterie della storia del caffè

Nel 1414 la bevanda era conosciuta alla Mecca e agli inizi del 1500 venne diffusa nel Sultanato mamelucco e nel Nord Africa.

Nacquero al Cairo una miriade di “case del caffè”, soprattutto attorno all’Università al-Azhar. Poco dopo vennero aperte anche in Siria, specialmente ad Aleppo. Mentre la prima caffetteria su suolo europeo aprì ad Istanbul nel 1475.

Ancora oggi in Turchia il caffè si prepara nel cezve (pentolino), un bricco di rame e ottone stretto dal lungo manico. Nel 1630 solo al Cairo si contavano migliaia di caffetterie derivanti dalla leggenda del Sufismo legata al caffè.

Storia del caffè tipico Cezve turco con cui si beve il caffè Caffè Semplice
Il tipico Cezve turco con cui si beve il caffè.

Proprio per questo, nonostante fosse una bevanda amata dalla maggioranza, gli effetti eccitanti del caffè non incontravano il favore della legge islamica. Presto ne fu vietato il consumo nei luoghi pubblici e tutte le caffetterie furono chiuse.

Quando il Sultano d’Egitto continuò ad autorizzarne il consumo e il caffè raggiunse la sua diffusione più alta, si tentò di arrestarne il successo dichiarando che si trattava della “bevanda del diavolo” e che il suo consumo provocava irreparabili danni fisici.

Ma non servì a porre fine alla storia del caffè.

Ormai caffè aveva conquistato il cuore e il palato di tutti, continuando ad essere bevuto privatamente nei salotti delle case. La storia del caffè è proseguita dunque nei salotti e nelle botteghe di Francia nel 1644, in Inghilterra nel 1652, negli Stati Uniti intorno al 1670, in Germania nel 1679.

Storia del caffè, quando arriva in Italia?

La storia del caffè in Italia ha inizio in una data e un luogo preciso: nel 1570 a Venezia, quando il padovano Prospero Alpino ne portò alcuni sacchi dall’Oriente.

Storia del caffè Prospero Alpini Caffè Semplice
Il medico e botanico italiano Prospero Alpini, che fece conoscere gli effetti del caffè in Italia e in Europa.

Lo scambio mercantile attivo tra la Repubblica di Venezia e i musulmani del Nord Africa, dell’Egitto e dell’Impero ottomano portò all’introduzione di una grande varietà di beni, incluso il caffè, proprio sulle rotte di Venezia, uno dei principali porti europei del tempo.

I mercanti veneziani introdussero il caffè presso l’aristocrazia veneta, pur con diverse insistenze. Ma in poco tempo, si diffuse anche nella terraferma, innanzitutto tra studenti, docenti e visitatori dell’Università di Padova.

Venezia diventa la capitale mondiale del caffè

Nel 1683 viene inaugurato in Piazza San Marco il caffè “All’Arabo”. In breve la città poteva contare un totale di 200 caffè di cui una trentina si affacciavano nella prestigiosa Piazza. Nel 1720 apre il Caffè Florian, ancora oggi il caffè esistente più antico al mondo.

La caffetteria più antica del mondo ancora esistente, il Caffè Florian
di Piazza San Marco a Venezia.

All’inizio la bevanda veniva venduta in farmacia ma il costo alto del prodotto era per lo più attraente per i ceti più abbienti. Questo non fu un valido motivo per fermare il successo del caffè.

La storia del caffè a Napoli

Napoli, pur essendo conosciuta oggi come la città del caffè espresso, conobbe solo in seguito questa storica tradizione. La sua diffusione arrivò attraverso le navi straniere che attraccavano nei porti della Sicilia e della stessa Napoli.

Le prime testimonianze dell’uso del caffé a Napoli risalgono al 1614, quando il compositore, esploratore e musicologo Pietro Della Valle inviò notizie dalla Terra Santa al caro amico Mario Schipano riguardo una bevanda (chiamata kahve) che gli arabi musulmani preparavano in pentole calde.

Altri ritengono che il caffè sia arrivato a Napoli ancor prima, da Salerno e dalla sua Scuola Medica Salernitana, dove la pianta veniva utilizzata per le sue proprietà medicinali tra il XIV e il XV secolo.

Celebrato dall’arte, dalla letteratura, dalla musica e dalla vita mondana napoletana, il caffè divenne presto protagonista nella città partenopea. Veniva preparato con grande cura nella “cuccumella“, la tipica caffettiera a filtro napoletana derivata dall’invenzione del parigino Jean-Louis Morize nel 1819.

Storia del caffè cuccumella napoletana Jean Louis Morize Caffè Semplice
La cuccumella napoletana inventata dallo stagnino parigino Jean Louis Morize nel 1819.

Da questo momento il caffè inizia a diventare la bevanda che più di tutte richiama quel senso di convivialità e di famiglia che sono tra i valori fondanti dell’italianità. Il caffè inizia ad essere l’occasione di incontro tra amici e innamorati, che condividevano nelle botteghe di caffè il gusto unico di questa bevanda.

Il caffè è arrivato così in tutte le regioni d’Italia catturandone il sapore unico.

Che sia dolce o amaro, il caffè è il prodotto che non manca mai nelle case italiane. Una tradizione che passa di generazione in generazione, accompagnando i momenti più significativi e intimi di una famiglia.

Diffusione del caffè dall’Europa in tutto il mondo

Gli interessi legati al commercio del caffè crescevano a dismisura, e con essi cresceva la determinazione a togliere agli arabi il monopolio sulla bevanda.

Il successo dell’Olanda nella storia del Caffè

Ad avere successo fu l’Olanda che nel 1690 riuscì a trafugare – nonostante la rigida vigilanza delle autorità islamiche – alcune piantine di caffè, trasferendole nelle terre tropicali di Ceylon (oggi Sri Lanka) e Giava (in Indonesia). Tramite la Compagnia delle Indie Orientali, l’Olanda si impose come punto di riferimento del mercato europeo del caffè.

Le piantine che il mercante olandese Pieter van der Broeck aveva trafugato da Mokha più di quarant’anni prima, si adattarono alle condizioni climatiche locali nelle serre dell’orto botanico di Amsterdam.

Produssero numerosi e rigogliosi cespugli di Coffea arabica. Nel 1658 gli olandesi li impiegarono per iniziare la coltivazione del caffè a Ceylon e più tardi nell’India meridionale. Abbandonarono poi queste colture per concentrarsi sulle piantagioni di Giava in modo da evitare di far scendere il prezzo per sovrapproduzione.

Storia del caffè Pieter van der Broeck Caffè Semplice
Il mercante di tessuti della Compagnia delle Indie Orientali olandese Pieter van der Broeck.

Nel giro di pochi anni le sedi dell’impero coloniale olandese (oltre a Giava nelle Indie orientali olandesi anche la Guyana olandese) divennero i principali fornitori di caffè dell’intero continente europeo.

La Francia si inserisce nel commercio

Per il mezzo secolo successivo gli olandesi (e la Compagnia delle Indie) rimasero i padroni dei commerci europei, fino al clamoroso passo falso.

Quando nel 1714 il borgomastro di Amsterdam offrì al re di Francia Luigi XIV, come regalo speciale, due piante di caffè in fiore. Furono collocate nelle serre reali di Versailles e qui, un ex ufficiale di marina, Gabriel Mathieu de Clieu, rubò una delle piante e la trasportò oltre l’Atlantico. Diede così inizio alla coltivazione di caffè nella Martinica francese, un’isola delle Antille.

Nel 1726 il ladro-gentiluomo di caffè fece il suo primo raccolto.

Nei cinquant’anni successivi le piante della Martinica raggiunsero il numero di venti milioni, riuscendo a soddisfare quasi per intero la domanda europea; ben presto le piantagioni si estesero a tutta l’area caraibica, da Haiti alla Giamaica, fino a Cuba e Portorico.

Storia del caffè Gabriel de Clieu Caffè Semplice
Gabriel de Clieu mentre annaffia la pianta di caffè trafugata da Versailles a bordo della nave che lo condurrà nella Martinica francese.

Il Brasile entra nella storia del Caffè

Dopo la diffusione del caffè nel Sudamerica, il Brasile strappa il primato di maggior produttore mondiale. Anche in questo caso, la storia si intreccia con intrighi al limite dello spionaggio.

Tutto ebbe inizio durante un incontro diplomatico tra il luogotenente brasiliano Francisco de Melo Palheta e il governatore della Caienna, Claude de Guillonet.

Nel corso del pranzo vengono serviti caffè e liquori e Palheta non esita a chiedere qualche pianta di caffè da seminare nel suo giardino. Ma riceve un secco rifiuto. Dopo il pranzo, il luogotenente riesce ad affascinare la moglie del governatore la quale durante una passeggiata prende alcuni frutti della pianta di caffè e li mette nella giacca del brasiliano.

Storia del caffè Francisco de Melo Palheta Caffè Semplice
L’ufficiale brasiliano Francisco de Melo Palheta.

Nei decenni successivi le coltivazioni si estendono allo Stato di Paranà. Le colture di caffè avviate nel 1727 vengono poi spostate prima a Rio de Janeiro e infine, durante la prima metà dell’Ottocento, negli Stati di San Paolo e Minas Gerais, che nel giro di pochi anni divengono la più importante risorsa economica del Paese.

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